Notte
Non ricordo nemmeno se ho salutato mia madre, stanca, al limite, non ne può più mia madre, glielo leggi dentro il verde dei suoi occhi. Vorrei scrivere una lettera lunghissima e mettergliela dentro la borsetta la notte, quando dorme. Scriverei che non è vita questa, che manco a Natale la vedo sorridere, quando tutta la sua famiglia si ritrova dopo dieci anni e lei che deve chiedere se può togliere il piatto e le fave le mettiamo in tavola, la carne non la mangi e porta il vino bianco per favore. Oh mamma, ti vedo camminare al limite e tendere la mano non servirebbe a nulla; quante mani tese hai ignorato solamente tu lo sai; e quante ne hai tese di mani, tu. Troppe.
Mattina
Mi sveglio presto il giorno della vigilia, oggi. Mi sveglio presto come non ho fatto in questi giorni. Mi sveglio presto perché devo avere cura di me stesso, lo dicono sui giornali, alla televisione, alla radio. I cartelloni pubblicitari mostrano uomini muscolosi che profumano solo a guardarli, ed io al semaforo puzzo della prima sigaretta della giornata, o forse è il sapore del caffè. Mi devo prendere cura di me stesso, quindi bei vestiti, pulito e rasato e coi capelli in ordine, basette sistemate e collo liscio che se odora di acqua di colonia è pure meglio.
Quindi vado, io, che devo per forza assomigliare a qualcuno. Vado perché almeno un po’ devo somigliare a qualcuno. Prima di andare la sveglia non fa in tempo a suonare perché mi madre, sempre lei, è in camera che accende la luce quando fuori il sole non si è ancora levato. E mi dice di fare in fretta, che il caffè è sul fuoco e mia sorella è a lavoro dalle sette.
«Che ore sono?» chiedo io.
«Quasi le otto» risponde mia madre in accappatoio. Il materasso trattiene il freddo e me lo spara sulla schiena e nelle gambe, nessun tepore. Mi alzo incattivito, tolgo le lenzuola e scopro di avere ancora il lato estivo, a dicembre. Fanculo! Giro il materasso, vado in cucina e bevo il caffè, mi faccio la doccia, la camicia non è stirata, non m’incazzo, stanotte è Natale e va bene così. Indosso la stessa camicia da tre giorni, ma stanotte è Natale, la famiglia di mia madre si riunisce dopo dieci anni, quindi va bene così, devo solo tagliarmi i capelli e profumare come tutti.
Notte
Non ricordo nemmeno se ho salutato mia madre, però gli auguri sì, quelli me li ricordo. Mi sono avvicinato e le ho detto Buon Natale mamma. Ma lei non mi guardava.
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