il mattino, goccia dopo goccia

e non so più come pulirlo questo amore così sporco.
sono fermo, bloccato, e lo riempio di amargura.
difendo così il mio stomaco dolente.
la mia carne sfibrata.
le gocce che sento non sono quelle di un rubinetto aperto.
goccia, il silenzio tuo ogni giorno
goccia d’uccelli sugli alberi a fischiettare risvegli
e nature morte.

non vedo più, non può essere:
le tue parole non riesco a leggerle.

ciò che non resta è già bruciato –
ho imparato anche questo.
e gli avanzi della notte li bruceremo domani.

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