stai dormendo quando fuori un boato squarcia la notte.
stai dormendo ma non stai riposando – dormi sveglio come tutti,
come sempre. la tua casa trema, i vetri si rompono
e le urla sbattono sugli elicotteri bassi
ed entrano nella stanza dove c’è il tuo letto,
l’armadio e la foto di tuo padre appesa al muro.
si levano fiamme alte, le sirene suonano l’allarme,
gli elicotteri continuano a sparare.
sono entrati nel tuo villaggio da una settimana
e ti hanno impedito di andare a scuola.
a tua madre hanno impedito di andare all’orto.
mentre tuo padre se lo sono portati via un anno fa,
e non sai dove sia, se in carcere o sottoterra.
i soldati d’israele sono entrati nel tuo villaggio da una settimana
distruggendo pozzi d’acqua e raccolti,
abbattendo alberi e case,
spargendo morte e terrore.
i carri armati anche stamani andavano avanti e indietro
sotto la tua finestra
e le pietre che hai tirato sono state le ultime.
nella tua terra combattono tutti, donne e bambini compresi.
chi non ha voce scrive per combattere,
chi non sa scrivere urla per combattere.
anche tu hai combattuto,
sotto il peso di vecchi mattoni che tuo nonno pastore
aveva messo uno sull’altro.
anche tu sei morto davanti al silenzio del mondo.
voi,
con armi di pietra,
guardatevi intorno
è piombo di morte,
scappate
o fino all’ultimo saltate.

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