Una cittadinanza sarda. Ecco la sovranità popolare. Semplicemente altro rispetto allo stato italiano. Vederci riconosciuto il diritto di sbagliare, e di giudicare.
Dividiamoci fra indipendentisti, siamo così bravi a dividerci, noi sardi. Ma discutiamo di oggi e di domani. (E anche di ieri, perché no?) Discutiamo di tutto questo avvenire da una prospettiva nuova: quella sarda. Siamo nel mezzo del Mediterraneo e guardiamo l’Europa, l’Africa, il Medio-Oriente. Siamo nel più bel mar Mediterraneo, centrali come un cuore e puntellati sulle coste in armi e industria – che questa sia turistica o petrolchimica non cambia la sostanza. Diamo per scontato che sarà così anche domani e dopodomani, non osiamo una prospettiva e assistiamo lobotomizzati all’accadere politico nelle nostre terre. La lingua sarda, a scuola, l’hanno sostituita con l’inglese… A sette anni mi impedivano di parlare sardo e facevo due ore di inglese alla settimana, nel pomeriggio – un servizio extrascolastico. Risultato: non parlo inglese e studio il sardo. Mia nonna, se a scuola parlava il sardo, veniva punita a bastonate sulle mani. Che brutalità! Ed è italiana, ed è anche sarda!
Je suis chez moi, direbbero i francesi. Sono presso di me, a casa, ma sto già ripartendo, l’adesione al mio luogo è durata così poco. Andare, andare, vivere, vivere…
Elica mi è accanto da brava medicessa, mi cura, lei. Chi è stato? Il lupo? Vieni qua che ti coccolo! Quante volte ti ho detto di non fare questi giochi. Non ne parliamo più, va bene, chiudo la valigia, si tratta, in fondo, soltanto di non pensarci! E chiudo la valigia. E penso alle nostre povere piante in balcone trucidate dal caldo e senz’acqua. Lo immagino secco il nostro giardino sospeso, ma con dei minuscoli ciuffetti d’erba a far capolino in ogni vaso. E ci leggo una rinascita, una qualche speranza. E ci sto pensando ancora, Elica, dove sei? Mia cara, ci sto pensando, aiutami.
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Su opifice.it alcuni brani tratti dal Libro n. 3 (Malicuvata E-book 2014), parti di Antiguida in cui Il Protagonista perde il proprio lavoro di organizzatore sociale a causa delle sue frequentazioni filosofiche. I mandanti dell’operazione di nettoyage culturel sono un collettivo di scrittori bolognesi che, tra una rivoluzione e l’altra, pubblica romanzi impegnati storicamente per Einaudi.
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