La politica sarda, oggi, è italiana nel momento in cui risponde alle indicazioni politiche – puntualmente eseguite – che arrivano da partiti italiani; quindi sempre. E questo può bastare a farci indipendentisti? Certo che sì: chiedere sovranità è immaginarla per prima cosa: una comunità, un popolo, altri popoli, altre comunità che dal basso cedono sovranità verso l’alto a un potere politico che riconoscono sovraordinato; e decidono loro – i popoli, le comunità – sia il come sia il quando sia eventualmente il perché di questa cessione di sovranità. Il pluriverso accoglie narrazioni di comunità di popoli, non di masse di individui. L’incontro/scontro di una narrazione politica avviene in un luogo, in uno spazio di relazione e partecipazione pubblica. Com’è possibile definirsi partecipi politicamente se inchiodati davanti a uno schermo o mediati dalla quotidiana carta stampata? Ad andare bene si è capsule dall’ubiquità potenziale, dalla mobilità assoluta che annulla lo spazio (Jean Baudrillard).
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