è capitato, vinicio, dopo la voce registrata gaia che ricordava lo sporco.
dov’è che abbiamo ceduto il sonno,
dice.
e a chi
o a cosa
non è dato saperlo.
dove che abbiamo lasciato napoleone?
a battere la notte, forse.
abbiamo lasciato napoleone a battere una tardiva notte.
sì.
e quelli che la battaglia rossa l’avevano creduta di fare?
chissà, magari sono morti pure loro,
d’infarto.
o di sporcizia.
lo sporco che torna raccontato d’improvviso dopo che accuratamente mi ero sistemato in ascolto della Llorona Lhasa. mi ero seduto per ascoltare lei.
e invece.
e invece dalla finestra aperta entra lo sporco.
per terra ci sono giornali che sporcano:
divido ogni foglio in quadratini piccoli.
mi bagno la mano di acqua a farina:
colla.
poi il quadratino da una parte e dall’altra,
di colla.
e pulisco almeno la terra che mi sta sotto i piedi fin quando ci sarà,
sotto i piedi.
la terra.
faccio ordine incollando:
costruisco divani di carta per i miei libri.
decorazioni al tempo.
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