mi prendo sul serio davanti a un avanzo di tre giorni. per riempirmi meglio faccio bollire l’acqua dentro il pentolino piccolo e ci butto dentro un uovo. aspetto che l’uovo liquido inizi la solidificazione, e penso a questa linea di tempo – indefinita – nella quale l’uovo non è né cosa liquida né cosa solida, oppure entrambi gli stati. e penso al superamento della linea proprio come lo intendeva junger nella sua lettera al professore.
oltre la linea o dentro la linea?
è necessario considerare i nostri occhi che guardano fuori: piove da tre giorni.
è necessario considerare i nostri occhi e basta; non ci interessa dove guardano. anzi, facciamo così, consideriamoli oggetti di riempimento, snervati.
il trattamento chirurgico prevedeva una semplice decompressione del nervo ottico. invece il nervo ottico è stato snervato. per errore ovviamente.
il chirurgo incrocia le mani davanti al pianto dei famigliari del paziente.
e risponde alle loro domande.
L’essere è una presenza del presente?
Heidegger direbbe di no.
La metafisica occidentale ha tradito l’essere?
Heidegger direbbe di sì.
L’essere è definibile?
Heidegger direbbe di no.
L’essere è un valore supremo è una definizione dell’essere; quindi l’essere è definibile solo come valore supremo?
A questa domanda la scienza non ha ancora trovato risposta.
Con permesso.
[il chirurgo, davanti alla macchinetta del caffé, ripensa alla biondina e alla definizione di essere come valore supremo.]
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