vita bassa

Oggi in macchina, intanto che aspettavo parcheggiato, ho sfogliato un giornale, non accadeva da tempo. Un quotidiano polverato e giallo di sole, antichizzato, vecchio. Non seguo la cronaca politica, non riesco a farmeli piacere questi inconsapevoli epigoni di Jean Bodin. Non mi faccio aprire da un quotidiano, né mi faccio accendere dalla televisione: l’uomo-massa in salsa postmoderna è parlato, ha smesso di pensar-si, quindi di parlare. L’informazione? Non esiste: taluni credono di essere informati sui fatti e invece sono informati da i fatti (Jacques Derrida). E se mi occupo di cronaca oggi, se torno nel quotidiano parlottare, non è per via di quei geldròni post litteram che si abborracciano a cianciare di democrazia senza manco immaginarsi il labirinto greco. Se mi occupo di quotidiano scaduto attraverso ricordi di domani, l’atto diventa il ricordo: ho aperto quel giornale giallito sistemato comodo da almeno quattro mesi nel sedile posteriore della macchina, l’ho aperto e mi sono messo a leggere. E c’era un rilancio da La vita bassa:
«Nei telegiornali post-elettorali, vegliardi italiani decrepiti, senili, spesso tinti e ritinti sconciamente, sovente appisolati nelle pieghe facciali flaccide… E nel nuovo che avanza da quarant’anni, i più nuovi sarebbero tutt’ora i sessantottenni “fit” o “unfit” per un Paese che viene sempre minacciato o attratto da una ricaduta di almeno quarant’anni all’indietro…
«Ma fra pupi, strilli, passeggini, paparini in infradito, orecchini e berrettini e bandane di zombie e cloni attoniti (però votanti), quanti si sentiranno colpiti dai giudizi di NYT, WSJ, FAZ, e analoghe testate con corrispondenti che magari fanno il bagno qui in spiaggia, tra mutande griffate e blasonate, telefonini satellitari, beniamini del pubblico annunciati in concert?
«E del resto, qui nel trendy, quanti saprebbero decifrare lì per lì sigle per tanto tempo illustri come SRI, SMOM, TWA, INRI?… Spray sui muri? Si direbbero passati di moda, nei paesi. E le spranghe d’epoca? Forse si affittano con le biciclette, con sconti per over-65. Nei bar sport: dopo una sconfitta, cambiare subito il ct. Nelle ville, preoccupate soprattutto dagli hedge funds: dopo una tale débâcle, sostituire immediatamente l’ad. E il dg. O pe-de-ge. O ceo.»
Sostituire quindi: cercavo Fratelli d’Italia – anche se il titolo potrebbe non piacere – ma trovai La vita bassa. Alberto Arbasino.
Quel giorno a Bologna c’era anche Patrizio.

[Sono solo e non capita spesso. Di solito lavoro.]

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