E mentre pago e tutto è diventato stranamente silenzioso, mi accorgo che si solleva anche l’uomo seduto al tavolino e muove le mani sopra un pianoforte immaginario, e finalmente guarda davanti a sé, finalmente mi guarda, e dai suoi occhi esce la sonata di Vinteuil con la famosa piccola frase. Mi allontano rinfrancato e quasi protetto: la piccola frase al Bar Flumini guarisce la solitudine.
Accendo una sigaretta appena fuori dal bar, mi giro e scorgo il pianista che smette per un attimo di battere sul tavolino e mi saluta, poi di nuovo con lo sguardo fisso sulla birra a metà.
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