Ancora taglia e cuci

La piazza è sulla destra e la gente la vive da chissà quanti secoli. I palazzi che fanno da contorno hanno finestroni alti e stretti e i muri sono di mattoni rossi. Chi si affaccia dalle finestre alte sembra una dama di corte. Mi immergo nella Piazza Grande e leggo di casa mia: Cagliari raccontata da una bambina, Kate, Cagliari bidda, piena di vicoli e fueddus. Il contrasto è dentro di me, nella paura di un incontro, nelle facce che mi sorridono senza conoscermi, nelle bici che mi passano davanti, nelle foto in accappatoio per festeggiare la laurea, nel bagno dentro la fontana di Nettuno. E io fumo, prendo appunti e bevo acqua con limone. Prendo appunti che non so che fine faranno, che non so nemmeno se torneranno a casa con me. Chissà cosa pensano tutti quelli che m’ignorano, chissà cosa si dicono nell’orecchio e perché ridono. Chissà se ridono di me. Non scrive più nessuno in una pubblica piazza, tutti scrivono in privato e lo fanno raccontando il loro privato, puttanate quotidiane, come queste, viaggi brevi, soggiorni di piacere, avventure letterarie, amori nati per caso, guidati dal destino.
Sati arrivando Luisanna?
Dove sei?
Chi sei?
Hai le braccia conserte di fronte a me?
Stai fumando davanti a un caffè e non ti accorgi che sono io? Sono qui, parlami.
Cammini con una borsetta sul braccio, ma non hai riccioli color di ruggine. Non sei tu.
Hai la musica dentro le orecchie, stai in piedi al centro della piazza, persa dentro le prove di uno spettacolo. Non sei tu.
Dove sei?
Chi sei?
Vai veloce col passo, vuoi scapparmi proprio adesso che ti ho trovata? Non fuggire ti prego. Sono io, sono qui. Fumo ancora se vuoi, hai detto che il sapore della sigaretta ti piace. Fumo ancora per mantenere il sapore, un fuoco che abbisogna di fiato per far crescere la fiamma.
Dove sei?
Chi sei?
Ti togli la maglia perché il sole è caldo e poi la rimetti perché le nuvole lo coprono, il sole, e la brezza gioca di corrente fra i portici che s’affacciano sulla piazza. Ti aspetto ma non ci sei, non ancora. E mi chiedo da dove arriverai. Dai portici dietro di me? O magari ti farai largo fra le sedie e i tavolini del bar? Ti coprirai il viso per la vergogna? Mi bacerai? Dove sei? Perché non arrivi? Perché non sento la tua voce? Guardo lontano per saperti vicina, ma puoi essere tutti, ogni battito di questa piazza, ogni bambino, persino quel vecchio che passeggia col cane.

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