Fin troppo presto

Oltre i giardini che non vedo,
la vita nuvolosa dilata i pori di chi aspetta la pensione.
Dosi massicce di sonno salutano freddi pavimenti:
fumano i caffè nerissimi, le docce col vapore
fumano i passanti alla fermata,
come le macchine incolonnate, nervosamente ferme,
arrossite qua e là dai semafori inesorabili.
Hanno lasciato borse di trucchi come ogni giorno:
i figli pensano, almeno quello si può dire.
Spostano i trucchi in automatico,
tace il caffè di mezzogiorno e il pavimento caldo
saluta un futuro che non c’è, non esiste.

2 risposte a “Fin troppo presto”

  1. …ho trovato il tuo commento nel mio blog…immagino fossi una delle persone alla festa del gruppo opìfice…ma non so chi sei!identificati

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  2. Sono Decimo Cirenaica, il protagonista di un romanzo. Con il Gruppo Opìfice ho solo rapporti indiretti…
    Saluti,
    DC

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