La notte si ritrae lenta. Le macchine che passano rumoreggiano; sul porfido ciabattano le gomme. La porta della città sembra un posto sicuro, finiti gli assalti, le cannonate, nessuna vedetta sulle torri. Dentro le mura la conquista è sottile.
Le navi in porto sbadigliano, il mare carezza i contorni arrugginiti, il vento assente e la luna è una palla di cannone acceso e noi…
…noi la stiamo quasi raggiungendo, solo un viaggio di piacere, di quelli costosi, un capriccio di fine estate.
Ancora una boccata di sigaretta e il fumo via, che galleggia e si solleva, lotta con l’umido suda si confonde vince perde e si posa sugli arredamenti di una Cagliari puttana, sui tavoli dei caffé all’aperto, quelli in alto, i primi, gli unici che vedono le navi partire quando partono.
Mi stringo dentro una giacca leggera, muovo i primi passi incerto. L’equilibrio è una rinuncia, nessun aiuto, solo, salgo i gradini lentamente, la mano sul muro scrostato, mi fermo respiro riprendo a salire.
Una stanza tutta per me, i fogli sparsi sul pavimento e i trionfi vaporosi di una vita nuova.
Una stanza tutta per me
2 risposte a “Una stanza tutta per me”
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il trionfo vaporoso mi piace molto..>>sciroccata
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ciao sciroccata, quanto tempo…>ringraziamo zio Ferdindand Céline per i trionfi vaporosi.>>“La mamma cercava di prenderle coi suoi imbonimenti… Di farle cascare sulle trine… Sui boleri su ordinazione… Sui pizzi tipo Bruxelles… O su i trionfi vaporosi della signore Héronde…”>Louis-Ferdinand Céline, Morte a credito, Garzanti
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